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Lo Straniero di Camus e la lettura

Questo è un messaggio in chat scritto alla mia amica Lavinia, leggermente tagliato. Ogni tanto sono un tipo da papironi.

Ieri ho iniziato a leggere “Lo straniero” di Albert Camus. Ti avevo già accennato che l’autore l’avevo studiato al liceo, e inoltre le recensioni in generale dicevano che era uno dei romanzi più importanti della letteratura europea e che meritava, perciò avendone una copia dei miei a casa in italiano ho deciso di avventurarmi.

Per quanto stamattina sono anche uscito con Giuliano, oggi in poche ore ne sono riuscito a leggere le restanti ben 110 pagine che mi mancavano, e l’ho finito completamente. È stato un grandissimo traguardo per me, qualcosa di veramente meraviglioso: erano anni e anni che non finivo di leggere un libro.

Il romanzo è bellissimo. È uno delle opere principe dell’esistenzialismo, un movimento filosofico-letterario che coinvolge, parlando degli scrittori francofoni, sia Camus che Sartre. Non ti voglio dire tanto della sinossi né farti un’analisi completa, poiché per ovvie ragioni in chat sarebbe un inferno comunicarle con la paura di non fornire una prospettiva fedele del romanzo e delle idee dietro.

La bravura di Albert Camus comunque sta nel trasmettere le emozioni o meglio la mancanza di emozioni del protagonista del libro in maniera egregia. Si riesce davvero a entrare nella mente del personaggio e a comprenderlo, malgrado la sua cosmica incomprensione, malgrado il suo essere indifferente e perso nei confronti di qualsiasi cosa o persona, malgrado la sua vuotezza di “anima”. La sua mancanza di emozioni ed estraneità agli standard sociali convenzionali sono proprio le cose che fanno la sua umanità e la sua esistenza.

Mi sento davvero rinato. Non è stato tanto la lettura di questo specifico libro, che comunque mi è piaciuto in una maniera indescrivibile, ma tanto il processo che la lettura ha riavviato in me. Lettura che ripeto in questi anni, o forse proprio mai nella mia vita, ha rivestito un ruolo importante e decisivo.

Mentre lo stavo leggendo, mi sono trasformato in una persona concentrata, non distratta, produttiva, appassionata, creativa. Mi sono mangiato le pagine senza mai aver la necessità di consultare un PC o un cellulare. Mi sono per la prima volta da tempo visto completamente “naufrago” della lettura e dei miei pensieri. Sembrava tipo essere entrato nel mondo delle Idee di Platone. Ero in uno stato di “profondità” che, per quanto non mi è estraneo, questa volta è stato diverso: pienamente creativo, produttivo, bellissimo. Mi sono venute per esempio in mente diverse riflessioni su me stesso e sulla vita che ho saputo mettere per scritto senza alcun problema, cose che normalmente, come anche mi dici tu, non mi reputerei mai in grado o all’altezza di permettermi.

La vera realizzazione però non è stata, ripeto, specifica alla lettura. Oggi grazie alla lettura mi sono sentito in generale una persona concentrata, non distratta, non pigra, a cui le ore non passavano senza poterle afferrare ma anzi mi sono sentito padrone del tempo.